Così il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, con la Circolare 158/2017, commenta il Decreto BIM che introduce il Building Information Modelling nel processo di pianificazione, progettazione, costruzione e gestione delle opere pubbliche, firmato il 1° dicembre scorso dal Ministro Graziano Delrio e in via di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Il Decreto - ricorda il CNI - prevede una articolazione dell’obbligo per le stazioni appaltanti di utilizzare le procedure digitali, scaglionata nel tempo, dal 2019 al 2025, in ragione dell’importo dei lavori delle opere da progettare.
La nuova stagione della centralità del progetto
“Si apre quindi ufficialmente - affermano gli Ingegneri - una nuova stagione in cui la centralità del progetto, che ogni giorno difendiamo da continui attacchi, trova una nuova ed importante declinazione. Una stagione in cui multidisciplinarietà, interdisciplinarietà, integrazione delle specialità, consentiranno il superamento di logiche separatistiche eventualmente ancora presenti e porranno le basi per una competizione tra specialità in ordine alla leadership che questi nuovi processi integrati necessariamente richiederanno”.“Come CNI siamo ovviamente molto interessati, per la categoria, a tutto questo, consapevoli delle difficoltà di vario genere che accompagnano questa innovazione di processo, prima ancora che di progetto”.
I nuovi problemi: profili professionali, formazione, software
Non sfuggono infatti al CNI “i problemi legati a nuovi profili professionali (BIM Manager, BIM coordinator, BIM specialist ecc.), alla scrittura di nuove regole etiche e deontologiche più coerenti con l’innovazione digitale, e, infine, i problemi legati alla crescita delle strutture professionali ed a una loro organizzazione in grado di competere in una sfida molto articolata e complessa quale quella che si sta aprendo”.Il primo fronte su cui il CNI afferma che sarà rapidamente operativo riguarda tre aspetti:
- programmi di formazione distinti per progettisti e dirigenti e funzionari pubblici, strutturati e definiti tanto nei programmi quanto nei costi;
- convenzioni per l’acquisto agevolato di hardware e software;
- convenzioni per l’accesso a forme di credito agevolato per gli acquisti di cui sopra.
Collaborazione dei progettisti con stazioni appaltanti e imprese
Sul programma di formazione, il CNI intende attivare un coinvolgimento stretto di ANCE e ANCI per un format che, sul modello di quello già utilizzato per ‘Industria 4.0’, traguardi anche l’esigenza di un nuovo rapporto del progettista tanto con la stazione appaltante quanto con il costruttore. Il processo ‘digitale’, infatti, nasce con il Capitolato informativo (Stazione appaltante), prevede la redazione dei vari livelli di progettazione richiesti (professionista) e giunge a conclusione con lo sviluppo della fase costruttiva (impresa) ed attenzione al ciclo di vita (gestore).La norma UNI 11337
Un punto molto dibattuto in sede di lavori della Commissione - spiega la Circolare - è stato quello di decidere se esplicitare nel decreto un riferimento chiaro alla norma UNI 11337, scritta in ambito UNI da una commissione partecipata da tutti i maggiori soggetti interessati e qualificati nel settore, sul modello di quanto già presente, per esempio, nelle NTC 2008. “A noi il riferimento sembrava utile, pur se, ovviamente, non cogente, perchè, in ogni caso, chi affronterà il tema del capitolato informativo e, quindi, del progetto, dovrà necessariamente fare riferimento a standard consolidati”.“L’ufficio legislativo del Ministero, in nome di una poco comprensibile difesa della concorrenza, ha optato per non mettere alcun riferimento limitandosi a richiamare l’art.68 del Codice. In ogni caso il lavoro di UNI sarà oggetto anche dei processi formativi di cui sopra e costituirà, comunque, il riferimento normativo più agevole per i professionisti del settore e per le stazioni appaltanti” – conclude il CNI.